Il silenzioso avanzare dell'autonomia differenziata :: A che punto siamo?

A che punto siamo?

Il 18 ottobre 2021 è partita la raccolta firme per la petizione di iniziativa popolare rivolta al Presidente del Consiglio regionale: No all’attuazione del “regionalismo differenziato” in Lombardia [qui il link per firmare on line:  

https://www.openpetition.de/petition/online/no-allattuazione-del-regionalismo-differenziato-in-lombardia ] *

Si chiede a regione Lombardia che si revochi la richiesta di “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” (Accordo del 2018) e si sospenda il percorso di attuazione del regionalismo differenziato. Obiettivo, l’avvio di un dibattito nella cittadinanza per chiedere trasparenza in un percorso mantenuto volutamente sotto traccia e che può portare alla disgregazione dello Stato Unitario.

La Regione non vuole soltanto portare a termine il percorso di privatizzazione della sanità lombarda iniziato 20 anni fa con il Titolo V (e ancor prima da Formigoni nel 1997); chiede di poter esercitare forme e condizioni ulteriori di autonomia in 20 materie e 190 tra competenze legislative e amministrative, tra cui tutte quelle che riguardano l'esercizio dei diritti fondamentali: salute, istruzione e lavoro.  

Sanità e salute costituiscono il cuore delle ragioni della petizione; ragioni che inevitabilmente si saldano con l’esigenza di ricostruire una buona sanità pubblica, un sistema che sia in sintonia con i principi del Servizio sanitario Nazionale. Qui, in Lombardia, si sommano le richieste di ulteriori competenze e funzioni ad una riforma sanitaria (Legge 22 approvata il 30 novembre scorso) che va nella direzione di una destrutturazione del servizio sanitario pubblico. Nella vicenda della Lombardia si consuma una partita che non è solo regionale o limitata a una presunta egemonia leghista nel Nord: il modello lombardo rischia di presentarsi come una “buona pratica” da riprodurre/duplicare in prospettiva in tutte le Regioni.

Sono oltre 15 i rilievi che il ministero della Salute ha fatto, all’inizio di febbraio, al testo licenziato dalla giunta Fontana, ma il Consiglio dei Ministri l’11 febbraio ha approvato la Legge 22 della Regione (entro i 60 giorni a disposizione consentiti per l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale per eccezioni di incostituzionalità). Letizia Moratti si ritiene “estremamente soddisfatta dell’approvazione positiva”. Secondo l‘Assessora al Welfare, “la Lombardia è la prima Regione italiana che dà piena attuazione al PNRR attraverso una normativa di respiro nazionale ed europeo.” Si conferma, dice, l’impianto complessivo delineato dalla legge, mentre i suggerimenti del Ministero (dettagli per la Giunta) “apporteranno un ulteriore miglioramento del testo escludendo qualsiasi ipotesi di impugnativa.” La Lombardia si impegna così, entro la fine di marzo, ad apportare le modifiche richieste.

A nostro avviso le cose non stanno proprio così: il settore pubblico viene subordinato al privato e alcune domande si pongono. Ci sono dei limiti costituzionali alla privatizzazione di attività pubbliche di erogazione di servizi essenziali, tra cui quelli socio-sanitari? Sino a che punto la legislazione concorrente regionale, anziché essere complementare, può assumere una funzione sostitutiva rispetto a quella nazionale? Ci sono elementi di incostituzionalità e/o differenziazione che eccedano la competenza regionale?

Cosa contestava il Ministero alla Regione? Nelle 9 pagine di richieste di chiarimenti e proposte di miglioramento per 14 dei 37 articoli, si rimarcava la mancanza di un quadro regionale chiaro relativo al rapporto tra strutture pubbliche e private; si chiedeva di chiarire i rapporti e i compiti di Regione e delle ATS suggerendo di centralizzare l’attività di accreditamento delle strutture, così da dare al territorio un’offerta sanitaria omogenea. Per quanto riguarda Case e ospedali di comunità, la conversione “di facciata” di realtà già esistenti non va bene. Altri rilievi, sulla selezione dei direttori generali che potrebbero essere soggetti alla discrezionalità della Giunta. Da rivedere anche il ruolo delle farmacie.

Visto che la Riforma non è stata impugnata, si rischia un effetto cumulativo con la previsione di approvazione delle richieste di autonomia differenziata, ai sensi dell’art. 116 c.3 Cost. così come definite da Regione Lombardia nel 2018. 

Secondo le opposizioni, la riforma dovrà essere modificata in alcuni aspetti sostanziali e si chiede di riferire in Aula a proposito dei rilievi fatti dal ministero. La Regione ha potuto evitarne l’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri solo a patto di modificare la legge.

Alcune iniziative

Legge 22il 21 febbraio 2022 alle 17.00 una mobilitazione regionale territoriale, una“casserolata” sotto il palazzo di regione Lombardia per “suonarle per bene” a due anni dal paziente uno.

Sappiamo che la Legge 22 è una anticipazione di AD e su questo tema, molte sono già le Associazioni che si stanno muovendo e con le quali siamo in rete (Medicina democratica, Coordinamento Lombardo per Il Diritto alla Salute/Campagna Dico32). 

Autonomia differenziata - venerdì 18 febbraio alle 21.00, prima convocazione del Tavolo regionale lombardo NO Autonomia Differenziata che raggruppa partiti e movimenti politici, associazioni, sindacati e personalità contrarie alla cessione di ulteriori competenze dallo Stato alle Regioni. Primo obiettivo, il coordinamento delle iniziative di mobilitazione, affinché il disegno di legge sull’Autonomia Differenziata venga definitivamente tolto dai collegati alla legge di bilancio e si apra un dibattito parlamentare che coinvolga i diversi livelli istituzionali e la società civile. Il collegato è ancora una scatola vuota, è una Legge che non c’è: una operazione, ancora oggi, che avviene senza trasparenza sia per i cittadini sia per lo stesso Parlamento!

Altri tavoli regionali NO AD stanno già partendo anche in Lazio, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Si tratta di articolazioni territoriali del Tavolo nazionale.

Altro tema, la Tutela dell'Ambiente e dell'ecosistema una delle materie chieste da Regione Lombardia, con un dettaglio di competenze che fa presagire la volontà di un controllo esclusivo sulla materia. Su questo, siamo in rete con le Associazioni che in Lombardia si stanno battendo per il diritto alla Salute legato alle criticità ambientali.

 * Associazioni promotrici: Comitati contro qualunque autonomia differenziata - Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e Libertà e Giustizia