Aborto sicuro, libero, gratuito :: Diffida alla Regione Piemonte


 

Yos Donne ha partecipato all’assemblea promossa dalla Rete +194 voci Torino e dalla Rete Femminista Marche Molto+di194  a partire dalla diffida presentata alla Regione Piemonte sull’inapplicabilità della Legge 194/1978.

L’obiettivo individuato tra le realtà di donne presenti è di ottenere l’applicazione delle Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine del Ministero della Salute affinché l’aborto farmacologico venga effettuato nei consultori.

Questo significa mettere al centro la salute delle donne, la ricostituzione (anche economica) dei consultori non solo per l’applicazione corretta della 194, per la prevenzione e la cura,  ma anche come luoghi di aggregazione, di presa di coscienza dei propri bisogni e dei propri diritti (a tutte le età), della possibilità di esprimersi e di autodeterminarsi.

Le regioni presenti all’assemblea hanno deciso di presentare un’analoga diffida nei propri territori, con l’obiettivo di far pressione sul Ministero della Salute.

Di seguito il testo integrale della diffida alla Regione Piemonte presentata il 26 novembre 2021 dalla Rete +194 voci Torino insieme a LAIGA (Libera Associazione italiana Ginecologi per l’applicazione della Legge 194)

 

DIFFIDA alla Regione Piemonte

perché non applica non solo la Legge 194/1978, ma neppure l’Aggiornamento delle Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine emanate dal Ministero della Salute, sulla base delle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità e dell'Agenzia Italiana del Farmaco, il 12 agosto 2020.

 Le Linee di indirizzo  prevedono il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino a 63 giorni pari a 9 settimane compiute di età gestazionale in day hospital o presso strutture ambulatoriali/consultori pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all'ospedale ed autorizzate dalla Regione, come in uso nella gran parte degli altri Paesi europei riconoscendo l’autodeterminazione delle donne e favorendo un importante risparmio per il Sistema sanitario pubblico.

 La Regione Piemonte, non solo non si è ancora adeguata alle nuove Linee di indirizzo delle autorità sanitarie nazionali, ma ne ostacola, di fatto, l’applicazione e, in caso di interruzione di gravidanza con metodo farmacologico, continua a richiedere  il ricovero sino a tre giorni.

 Nella diffida viene chiesto che senza ulteriore ritardo:

  • sia consentito a tutte le donne, dopo un’adeguata informazione, di scegliere il metodo (farmacologico o chirurgico) con il quale effettuare l'interruzione della gravidanza e il luogo ove effettuarla (ospedale o consultorio);
  • vengano individuati i consultori, che, in stretto collegamento con le strutture ospedaliere di riferimento, possano garantire ed eseguire l'interruzione volontaria di gravidanza in forma farmacologica entro i primi 63 giorni di gravidanza;
  • le operatrici e gli operatori dei consultori vengano adeguatamente formate/i, per poter eseguire in modo appropriato la procedura;
    - sia garantito il servizio di mediazione culturale per un'informazione corretta sul percorso di interruzione volontaria di gravidanza, nonché sui metodi contraccettivi, al fine di prevenire gravidanze indesiderate.